di Massimiliano Marzorati

L’arieggiatore che si vede all’opera è un attrezzo il cui organo di lavoro è formato da un asse orizzontale su cui sono montati dei coltelli mobili che, penetrando nei primi centimetri del terreno, rimuovono il feltro e favoriscono l’arieggiatura del prato e lo sviluppo di nuove radici.
Il feltro è costituito dai residui di sostanza organica che si depositano sulla superficie del terreno ed è formato principalmente da erba, foglie secche, piccoli rametti, etc.; bisogna eliminarlo quando il suo spessore supera il mezzo centimetro perché riduce il passaggio dell’acqua nel terreno creando uno strato impermeabile e può ospitare batteri, funghi e insetti nocivi per il prato.
I coltelli della macchina, oltre ad asportare il feltro, creano dei piccoli tagli sul terreno favorendo ulteriormente il passaggio di aria e di acqua a disposizione del prato, questo è lo scopo dell’arieggiatura.
Il feltro tagliato dalla macchina e rimasto sul prato deve essere eliminato; su piccole superfici può essere raccolto con un rastrello, su superfici più ampie si può utilizzare l’arieggiatore con cesto di raccolta o passare con un tagliaerba sempre dotato di cesto di raccolta.
Successivamente si possono percorrere due strade: se il prato è ancora rigoglioso si procede con la concimazione e con le irrigazioni in attesa della ripresa vegetativa e del successivo taglio dell’erba; se invece il prato si presenta con una vegetazione scarsa e con zone di terra nuda, conviene procedere con una trasemina utilizzando 25-30 grammi di seme per mq e poi concimare e irrigare.
Nel primo caso le irrigazioni saranno quelle normalmente riservate a un prato adulto già formato, nel secondo caso invece le bagnature dovranno essere frequenti con bassi volumi di acqua per garantire quel grado di umidità superficiale che consentirà al seme di germinare.
Su piccole superfici l’arieggiatura può essere fatta anche con l’utilizzo di un attrezzo manuale simile a un rastrello detto rastrello arieggiatore che ha la particolarità di avere dei denti a forma di coltello che riescono a grattare bene la superficie del terreno.
L’arieggiatura si esegue una volta o due all’anno: in primavera e all’inizio dell’autunno, momenti in cui il prato è in attiva crescita, per potersi riprendere dallo stress momentaneo che questa operazione comunque comporta.